Predizione

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Enrico Foglia

Corteccia Cerebrale: Predizione, Novità e Schizofrenia

Un recente studio pubblicato su Neuron ha rivelato che la corteccia cerebrale svolge un ruolo chiave nella predizione del futuro, rilevando nuovi stimoli e formando memorie a breve termine, denominate “echi”. Questa scoperta non solo offre una comprensione più profonda del funzionamento del cervello sano, ma fornisce anche nuove prospettive sui disturbi neurologici e psichiatrici come la schizofrenia.

La corteccia cerebrale, la parte più estesa del cervello dei mammiferi, è responsabile di funzioni cognitive complesse come la percezione, il pensiero, la memoria e il processo decisionale. L’ipotesi che la corteccia agisca come un predittore attivo, confrontando continuamente le nuove informazioni sensoriali con le aspettative pregresse per anticipare gli eventi futuri, sta guadagnando sempre più consenso nella comunità scientifica.

La Scoperta degli “Echi” Neuronali

La ricerca si è concentrata sull’analisi della corteccia uditiva dei topi, monitorando le risposte neuronali a stimoli uditivi sia familiari che nuovi. I risultati hanno evidenziato che i neuroni non si limitano a rispondere al suono in sé, ma anche al grado di novità dello stimolo. Un aspetto particolarmente interessante è stata la scoperta degli “echi” neuronali, ovvero tracce di attività neuronale che persistono nel tempo dopo la presentazione dello stimolo sensoriale.

Questi “echi” sembrano svolgere un ruolo cruciale nella formazione di memorie a breve termine degli input recenti. Essi assicurano che ogni stimolo in arrivo generi una risposta unica e, soprattutto, selezionano gli stimoli nuovi, amplificando le risposte ad essi associate. Questo meccanismo di “selezione della novità” è essenziale per l’apprendimento e l’adattamento all’ambiente.

Il Ruolo delle Reti Neurali

Un altro risultato chiave dello studio è che la rilevazione della novità non è una funzione svolta da singoli neuroni, ma piuttosto da reti neurali complesse. In altre parole, l’attività coordinata e interconnessa di gruppi di neuroni è ciò che consente al cervello di distinguere tra stimoli familiari e nuovi. Questo approccio sposta l’attenzione dalla singola cellula cerebrale alle interazioni dinamiche che avvengono tra le diverse aree del cervello.

Per convalidare ulteriormente questo modello, i ricercatori hanno sviluppato un modello di rete neurale della corteccia uditiva e lo hanno addestrato a riconoscere nuovi stimoli. Il modello ha replicato i risultati ottenuti sperimentalmente sui topi, confermando che le reti neurali utilizzano gli “echi” di attività per creare una rappresentazione interna dell’ambiente e rilevare eventuali cambiamenti.

Implicazioni per la Schizofrenia

La ricerca ha importanti implicazioni per la comprensione dei disturbi come la schizofrenia. È noto da tempo che le persone affette da schizofrenia hanno difficoltà a distinguere le informazioni nuove da quelle vecchie. Questo studio suggerisce che i deficit nella rilevazione della novità potrebbero essere alla base di alcuni dei sintomi associati alla malattia.

Comprendere come la corteccia cerebrale rileva la novità potrebbe quindi aprire la strada a nuove strategie terapeutiche per affrontare questi deficit cognitivi.

Il Contributo di John Hopfield

È importante sottolineare che questo studio si basa sul lavoro pionieristico di John Hopfield, un pioniere dell’intelligenza artificiale e vincitore del premio Nobel. Hopfield ha sviluppato modelli di rete neurale che hanno avuto un impatto significativo sia sull’intelligenza artificiale che sulle neuroscienze. Il modello sviluppato da Shymkiv si basa sulle idee di Hopfield, evidenziando l’importanza del suo lavoro nel campo.

In conclusione, questa ricerca fornisce una visione più chiara del ruolo cruciale della corteccia cerebrale nella predizione del futuro e nella rilevazione della novità. La scoperta degli “echi” neuronali e l’importanza delle reti neurali rappresentano un passo avanti significativo nella comprensione del funzionamento del cervello e delle sue disfunzioni.

Questo studio apre nuove prospettive per la ricerca futura, in particolare per lo sviluppo di terapie innovative per disturbi come la schizofrenia.